Where the Slime Live Un viaggio sonoro oscuro e feroce attraverso l'estremo metal con un pizzico di follia gotica

Where the Slime Live  Un viaggio sonoro oscuro e feroce attraverso l'estremo metal con un pizzico di follia gotica

“Where the Slime Live”, la perla nascosta dell’album “Consuming Impulse” del 1989 degli Autopsy, non è solo una canzone: è un’esperienza sensoriale cruda che trascina l’ascoltatore in un regno oscuro e putrefatto. Questa traccia è un esempio perfetto di death metal primordiale, con influenze doom e sonorità gotiche che aggiungono una dimensione unica al suo caos sonoro.

Per capire appieno la potenza di “Where the Slime Live”, bisogna tornare indietro nel tempo, alla scena metal underground di San Francisco all’inizio degli anni ‘80. Fu in questo contesto che Chris Reifert, il batterista e frontman originale dei Death, decise di fondare gli Autopsy. La sua visione musicale era radicale: volevano creare musica violenta, brutale e profondamente disturbante, lontana dalle melodie convenzionali e dai riff orecchiabili del metal tradizionale.

Gli Autopsy si formarono nel 1987, con Reifert alla batteria e voce, Eric Cutler alla chitarra e Steve di Giorgio al basso (che in seguito avrebbe raggiunto la fama con i Death e Testament). Il loro sound era un mix esplosivo di death metal brutale, riff doom lenti e oppressivi, e atmosfere gotiche cupe. “Where the Slime Live”, contenuta nel loro album di debutto “Severed Survival” del 1988, già evidenziava questo approccio unico e visionario.

Tuttavia, fu con “Consuming Impulse”, pubblicato l’anno successivo, che gli Autopsy raggiunsero il picco della loro creatività musicale. L’album, considerato un capolavoro del death metal underground, è un viaggio infernale attraverso paesaggi sonori devastanti. “Where the Slime Live”, la traccia di apertura dell’album, introduce subito l’ascoltatore in questo mondo oscuro e claustrofobico.

La canzone inizia con un riff di chitarra lento e pesante che evoca immagini di tombe antiche e creature viscide che si trascinano nell’ombra. La batteria di Reifert entra prepotentemente, con blast beat furiosi che enfatizzano l’atmosfera opprimente. Le voci gutturali di Reifert sono una vera forza della natura, urla primordiali che esprimono rabbia, dolore e disperazione.

Il brano si snoda attraverso cambi di ritmo improvvisi, momenti di calma apparente intervallati da esplosioni di violenza sonora. Gli assoli di chitarra di Cutler, brutali e dissonanti, aggiungono un ulteriore livello di follia all’atmosfera generale.

Analizzando la struttura musicale:

Sezione Descrizione
Intro Riff di chitarra lento e pesante, atmosfera cupa
Verse Batteria con blast beat furiosi, voce gutturali, riff distorsi
Chorus Ritmo più veloce, assoli di chitarra dissonanti
Bridge Sezione di calma relativa, melodie più lente
Outro Accelerazione finale, aumento dell’intensità sonora

La bellezza perversa di “Where the Slime Live” risiede nella sua capacità di evocare immagini viscerali e inquietanti. La canzone non è solo una serie di accordi e ritmi; è un viaggio sonoro in un mondo oscuro e putrefatto, dove la realtà si confonde con il delirio. È una musica che scuote l’ascoltatore a livello profondo, lasciando una traccia indelebile nella mente.

“Where the Slime Live” rimane una pietra miliare del death metal underground, un esempio di come la musica possa essere utilizzata per esplorare i lati più oscuri della psiche umana. Gli Autopsy hanno creato un’opera che trascende il genere, diventando un’esperienza artistica completa e coinvolgente.

Se siete amanti del metal estremo, se cercate una musica che vi spinga oltre i limiti del comfort, allora “Where the Slime Live” è una canzone che dovete assolutamente ascoltare. Preparatevi ad entrare in un mondo oscuro e disturbante, dove la violenza sonora incontra il pathos gothico per creare un’esperienza unica e indimenticabile.